Giuseppe Gori: il calzolaio che sfidò il fascismo e pagò con la vita
San Miniato – A ottant’anni dalla sua scomparsa, Giuseppe Gori continua a rappresentare un simbolo di coraggio e resistenza. Nato il 15 gennaio 1914 nella frazione di Cigoli, in un'Italia segnata dal regime fascista, Gori trascorse la sua infanzia in una famiglia modesta, aiutando il padre nella bottega di calzolaio. Ma dietro quel banchetto, oltre agli attrezzi del mestiere, si intrecciavano idee rivoluzionarie e sogni di libertà.
Dopo essersi arruolato volontario nell'esercito
nel 1932, congedandosi due anni dopo con il grado di sergente, tornò al suo
paese e iniziò a frequentare gruppi antifascisti. Il suo piccolo laboratorio
divenne un punto di ritrovo per i giovani che condividevano la sua avversione
al regime. Le sue attività politiche, però, non passarono inosservate. Nel
luglio 1938 fu arrestato per attività comunista e il 29 aprile 1939 condannato
dal Tribunale Speciale alla pena più severa: 25 anni di carcere.
Recluso in condizioni brutali prima a
Portolongone e poi a Pianosa, la sua salute, già precaria, si deteriorò
gravemente. Tuttavia, la prigionia non gli impedì di esprimere il suo spirito
ribelle: compose poesie che circolavano tra i detenuti, testimonianza della sua
incrollabile fede nei valori della giustizia e della libertà. La caduta di
Mussolini nel 1943 gli permise la liberazione, nonostante la malattia, tornò
a combattere nel movimento partigiano, assumendo un ruolo di primo piano nel
Comitato di Liberazione Nazionale locale.
Dopo la fine della guerra, fu eletto Presidente
dell’Ospedale di San Miniato, ma la tubercolosi contratta in prigione non gli
lasciò scampo: morì il 4 giugno 1945, a soli 31 anni. Oggi, nel commemorare la
sua figura, celebriamo un uomo che diede tutto per un'Italia libera e
democratica.
«Umile operaio fece della sua vita una battaglia contro la tirannide, e affrontò sereno
la galera, che stroncò la sua giovane esistenza, ma non piegò mai la sua fede
in un mondo più giusto e più libero».
Il Comitato dedicato a Giuseppe Gori, per le
celebrazioni nell’80° dalla morte, si impegna a diffondere la sua storia e i
suoi ideali, affinché la sua memoria rimanga viva e il suo sacrificio non venga
dimenticato. Il suo esempio ci ricorda che la libertà, la giustizia sociale e
la pace sono beni preziosi, che vanno difesi ogni giorno.
Michele Fiaschi
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