Il croissant: il simbolo araldico della colazione

 


Non tutti gli stemmi sono scolpiti nella pietra: alcuni si sfogliano morso dopo morso e profumano di burro. L’araldica del gusto ha il suo emblema ufficiale e fragrante: il cornetto. Una mezzaluna dorata che, molto più di un dolce da bar, porta con sé un simbolismo antico, una storia militare e una croccante rivincita.

Nel 1683, durante l’assedio di Vienna da parte dell’Impero Ottomano, gli eserciti turchi escogitarono un attacco a sorpresa: scavare gallerie sotto le mura per colpire nel cuore della notte. Ma c’era un avamposto inaspettato a presidiare le strade della città: i fornai. Sveglissimi per impastare e infornare il pane del mattino, colsero i movimenti sotterranei e diedero l’allarme. L’attacco fu sventato, l’esercito nemico respinto. La città era salva.

Per celebrare la vittoria, e per ricordare chi davvero aveva acceso il forno della libertà, i panettieri crearono un pane simbolico: una pagnotta a forma di mezzaluna, proprio l’emblema ottomano. Nacque così l’Hörnchen o kipferl, il “piccolo corno” o “mezzaluna crescente” in tedesco. A Vienna si cominciò a dire che “mangiare un cornetto è mangiare un turco”, non per odio, ma per ironia vittoriosa, col sorriso sulle labbra e lo zucchero in punta di dita.

La leggenda non si fermò lì. Quel dolce patriottico cominciò a circolare come un vessillo da forno, varcando le Alpi e conquistando il Nord Italia. Il Veneto, crocevia culturale e commerciale tra Venezia e Vienna, ne fu il primo feudo italiano. I maestri pasticceri lo accolsero, lo affinarono, ne fecero disciplina d’arte bianca. La sua forma arcuata, perfettamente curvata come la coda di un drago araldico, lo trasformò in simbolo della colazione colta e consapevole.

Fu però in Francia che il “crescente” ricevette il suo nome definitivo: croissant. Il battesimo nobiliare avvenne grazie a Maria Antonietta, nostalgica delle colazioni viennesi: volle il suo dolce preferito anche a Versailles. I pasticceri francesi lo reinventarono: eliminarono le uova, introdussero la sfogliatura al burro, e lo vestirono con uno charme tutto loro. Il croissant divenne raffinato, silenziosamente regale, come una duchessa a colazione.

In Italia, intanto, il cornetto proseguiva il suo percorso più popolare ma non meno nobile. A Napoli, capitale della creatività gastronomica, fu arricchito con impasti più dolci, aromi agrumati e generose farciture. Il cornetto moderno nacque così: crema pasticcera, amarena, cioccolato fondente — stemmi golosi di una monarchia da bar all’italiana. Perché il cornetto non si sfoglia solo: si rivela.

Oggi quel piccolo simbolo di trionfo e di rinascita accompagna milioni di colazioni nel mondo. In Francia è ancora il croissant delle colazioni silenziose. In America è protagonista di brunch poderosi, imbottito di uova e pancetta. In Italia, invece, è il cornetto: bandiera dolce che fluttua ogni mattina sopra il bancone del bar, accanto a un cappuccino fumante.

E così, la sua forma a mezzaluna, nata per schernire un nemico sconfitto, è oggi emblema di pace, incontro e piacere. Una coccarda mangiabile, incastonata nel grande stemma della pasticceria europea.

E allora, che si chiami kipferl, croissant o cornetto, resta chiaro: la mezzaluna fragrante è lo stemma universale del risveglio goloso. Un’arma gentile, un vessillo burroso, un morso di storia, che continua a lievitare da più di tre secoli, perché la colazione è la nostra vera vittoria quotidiana.


Michele Fiaschi


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