Santa Toscana

 




Ogni 14 luglio, Verona si raccoglie in preghiera attorno alla memoria di Santa Toscana, figura straordinaria del XIV secolo che seppe trasformare dolore e solitudine in un'esistenza interamente dedicata agli ultimi. Nata verso il 1280 a Zevio, nelle vicinanze della città scaligera, Toscana apparteneva alla nobile famiglia dei de' Crescenti, con radici veronesi nella zona della Chiesa di San Pietro Incarnario. Fin dalla giovinezza mostrò un temperamento mite e un cuore incline alla pietà.

Nel 1310, venne data in sposa ad Alberto Degli Occhi di Cane, anch’egli di nobile stirpe. Dopo il matrimonio, la coppia si trasferì a Verona, stabilendosi in una modesta dimora sul colle di San Zeno in Monte, nei pressi della chiesa di Santa Maria in Betlemme. Fu qui che Toscana iniziò a dedicarsi attivamente all’assistenza dei poveri, visitando le case più umili per offrire conforto e aiuto materiale.

La svolta nella sua vita avvenne nel 1318, anno in cui rimase vedova. Di fronte al lutto, Toscana non si chiuse nella disperazione: distribuì tutti i suoi beni ai bisognosi e si consacrò alla carità. Il suo cammino spirituale la portò ad entrare nell’Ordine femminile dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, oggi noto come Sovrano Militare Ordine di Malta, dove assunse il ruolo di Donata. Prestò servizio presso l'Ospitale dell'Ordine, adiacente alla Chiesa del Santo Sepolcro, lungo la strada che conduceva a Venezia. Lì si prese cura con dolcezza e instancabile dedizione dei malati e dei pellegrini, in particolare quelli che percorrevano la via Francigena o la via Burdigalense.

Secondo la tradizione, proprio nel 1318 le furono attribuiti due prodigi: la guarigione miracolosa delle mani inaridite di tre giovani e la resurrezione di tre uomini puniti per aver cercato di oltraggiare la sua castità. Eventi che rafforzarono la sua fama di santità, già visibile nella purezza delle sue azioni.

La sua morte, avvenuta il 14 luglio 1343 (secondo alcune fonti il 1344), la colse stremata dalle fatiche ma profondamente serena, consapevole di aver vissuto all’altezza della sua fede. Fu inizialmente sepolta con umiltà sulla pubblica via, di fronte all’ingresso dell’Ospitale. Successivamente, in un gesto simbolico di canonizzazione popolare noto come "elevatio corporis", il suo corpo fu traslato all’interno della Chiesa del Santo Sepolcro, che da allora prese anche il suo nome.

Oggi Santa Toscana riposa in una cappella laterale, nella Chiesa che porta il suo nome presso Porta Vescovo. Il suo corpo è custodito in un’arca di marmo rosso decorata con la croce melitense, sotto la pala quattrocentesca del pittore Liberale da Verona. La sua tomba è ancora meta di devozione, e accanto ad essa si trova la sede della delegazione veronese del Sovrano Ordine di Malta.

Santa Toscana è patrona di Zevio, il suo esempio continua a parlare alle generazioni odierne: con coraggio e amore, seppe incarnare la carità cristiana in ogni gesto, lasciando in eredità alla città di Verona un modello eterno di santità laica e concreta.

 Michele Fiaschi


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