Il Penny Black: un piccolo rettangolo di carta rivoluzionò il mondo

 



Prima dell’arrivo del Penny Black, spedire una lettera era un azzardo. Il mittente scriveva, ma il costo della spedizione gravava sul destinatario. Se questi non poteva o non voleva pagare, la lettera tornava indietro: un sistema inefficiente, elitario, frustrante. Finché, nel 1840, tutto cambiò grazie a un’idea geniale: un francobollo adesivo da un penny. Nero, austero, potentissimo. Lo conosciamo con un nome diventato leggenda: Penny Black.

L’autore di questa rivoluzione fu Rowland Hill, insegnante britannico con la testa piena di idee e lo spirito votato al servizio pubblico. Nel 1837 pubblicò Post Office Reform, proponendo una tariffa unica per tutto il Regno Unito e il pagamento anticipato da parte del mittente. A prova dell’avvenuto pagamento, suggeriva una piccola etichetta adesiva. Fu l’alba del francobollo.

Il Parlamento esitava. Il Duca di Wellington lo osteggiava, anche il Primo Ministro Robert Peel era scettico. Ma Hill non si arrese. Nel 1839, la proposta fu accettata e venne bandito un concorso nazionale per trovare l’immagine da stampare sul primo francobollo della storia. Oltre 2.700 bozzetti arrivarono, furono esposti a Buckingham Palace, ma nessuno fu scelto. Alla fine, si optò per una soluzione interna: l’effigie della giovane regina Vittoria, ispirata a una medaglia incisa da William Wyon.

Il Penny Black fece il suo debutto il 6 maggio 1840. Misurava circa 22 x 27 mm, mostrava il profilo sinistro della regina su fondo nero, con la scritta “POSTAGE” in alto e “ONE PENNY” in basso. Ogni esemplare riportava due lettere agli angoli inferiori per identificare la posizione esatta nella tavola di stampa: 240 francobolli per foglio, corrispondenti a una sterlina. Un sistema antifalsificazione brillante e precocemente moderno.

Stampato senza dentellatura, richiedeva taglio manuale. La stampa fu affidata alla Perkins Bacon & Co. e l’annullo, inizialmente rosso e a forma di Croce di Malta, fu presto sostituito da inchiostro nero per maggiore visibilità. Alcune lettere portano timbri precedenti al 6 maggio: oggi sono tesori da collezione.

Il Penny Black rappresentò molto più di un’innovazione postale. Rese la corrispondenza accessibile, efficace, democratica. In un’epoca in cui scrivere era privilegio di pochi, quel piccolo quadrato nero permise a milioni di persone di comunicare. Senza distinzioni tra città e campagna, ricchi o poveri. Il messaggio contava, il mezzo era a portata di tutti.

Sebbene andò fuori corso nel 1855, il Penny Black aveva già conquistato il suo posto nella storia. Nel 1850, il Regno Lombardo-Veneto emise anche nella penisola italiana la sua prima serie, l’“Aquila Bicipite”, ispirata direttamente al modello inglese. Il resto del mondo seguì.

Oggi, un Penny Black in buone condizioni è il sogno di ogni filatelista. Ma anche per chi non colleziona, resta un simbolo eterno: dimostra quanto una semplice idea, tradotta in carta, inchiostro e ingegno, possa cambiare il mondo. In silenzio, con grazia, e con un colpo di colla.

Michele Fiaschi


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