La Madonna “Madre dei Bimbi di Cigoli”

 


Ogni 21 luglio, il colle di Cigoli, in provincia di Pisa, si trasforma in un cuore pulsante di fede. Le campane della pieve risuonano come un abbraccio che si estende su tutto il Valdarno, dove il tempo sembra fermarsi per celebrare una figura, che da secoli, è simbolo di fede, di consolazione e di miracolo: è la Madre dei Bimbi.

Nel pieno del quattrocento, esattamente il 21 luglio 1451,  in un'Italia dilaniata dalla sofferenza e dalle guerre, una madre nel Castello di Treggiaia perse tre figli senza spiegazione, travolta dal dolore e dalla minaccia del marito. In preda alla disperazione, scelse le acque del torrente Roglio come ultimo rifugio.

Ma il destino intervenne sotto forma di una donna misteriosa, “di nobile aspetto”, che la dissuase dal gesto estremo e le ridonò la speranza. Tornata a casa, il piccolo senza vita rinvenuto in culla fu miracolosamente risvegliato da un semplice tocco. La donna si disse chiamarsi Maria e abitare a Cigoli, tra Rocco e Michele. Poi svanì in un bagliore di luce. Giorni dopo, la madre riconobbe nella scultura della Madonna col Bambino, venerata sul colle, la sua salvatrice.

La devozione alla Madonna di Cigoli precede il miracolo. Già nel XIV secolo, l’immagine sacra era custodita da confraternite dedite alla pietà e all’assistenza. A seguito di dispute ecclesiastiche, l’immagine venne affidata agli Umiliati del convento fiorentino di Ognissanti nel 1335. Nel 1381, il maestro Neri di Fioravante eresse una maestosa edicola gotica per la scultura.

Nel tempo, grandi nomi come Franco Sacchetti e il beato Giovanni Colombini si recarono a Cigoli in pellegrinaggio. Le cronache raccontano di una visione della Madonna ai tempi del movimento dei Bianchi, che spinse migliaia di fedeli a cercare il perdono attraverso il pellegrinaggio.

Gli studiosi si dividono: c’è chi riconosce nell’immagine una delle Maestà lignee toscane del Trecento, chi invece la vede come prototipo di opere diffuse tra Valdarno, Lucchesia e Pisano. Le affinità con lo stile giottesco e con le opere di Nino Pisano rivelano una fusione straordinaria tra scultura e pittura, dove la spiritualità prende forma e vita.

Nel 1924, il riconoscimento ufficiale trasformò la venerata immagine in icona taumaturgica. Il cardinale Pietro Maffi, insieme al vescovo di San Miniato Carlo Falcini e quello di Pescia Angelo Simonetti, pose sul capo della Madonna due corone e uno scettro d’oro, dichiarandola Madre e Regina. Nel 1978, l’antica pieve divenne ufficialmente santuario mariano, simbolo eterno di devozione, per volere del vescovo Paolo Ghizzoni.

Il santuario è ricco di testimonianze e ex voto: da Lodovico Cardi detto il Cigoli, che nel 1598 ritrasse il nipote inginocchiato davanti alla Madonna, fino a quadretti votivi del Novecento. Famiglie intere, soldati al fronte e bambini guariti hanno lasciato segni di ringraziamento, conservati oggi tra il Museo Diocesano d’Arte Sacra e la Sala degli Ex Voto del santuario.

Tra questi, uno narra di Martino Estratti, un bambino caduto da una finestra e rimasto miracolosamente illeso. Un altro, firmato dal cardinale Maffi, testimonia la gratitudine profonda verso la Madonna nel 1929.

La notte di San Silvestro del 1979, un fulmine colpì il santuario provocando un incendio devastante. Durante le operazioni di restauro condotte dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali di Pisa, l’immagine sacra fu temporaneamente reintegrata nel Santuario di Cigoli per la celebrazione della tradizionale festa. Tuttavia, proprio nella notte tra il 17 e il 18 luglio, un grave episodio sconvolse la comunità: l’icona della Madonna fu rubata, lasciando il luogo di culto privo del suo simbolo più caro e generando grande commozione e sgomento tra i fedeli.

Poi, il miracolo della giustizia: il 6 dicembre 1986, avvolto nella nebbia, qualcuno bussò alla porta della canonica. L’immagine sacra fu restituita, restaurata e intatta. Un gesto nato dalla conversione dei ladri. Da allora, ogni 6, 7 e 8 dicembre, la parrocchia celebra con processioni e eventi la restituzione della Madonna, come atto di memoria e rinascita.

Cigoli non è solo un borgo, è un luogo dell’anima. Ogni 21 luglio, ogni dicembre, ogni giorno dell’anno, la Madre dei Bimbi accoglie chi cerca speranza, conforto, fede. Il suo volto scolpito parla ai cuori, la sua storia si intreccia con quella del popolo toscano.

Michele Fiaschi


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