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RISCOPRIRE LE ORIGINI CON L’ARALDICA. INCONTRO CON L’AUTORE MICHELE FIASCHI
Nell’incontrare Michele Fiaschi, uno dei maggiori esperti di araldica, per una intervista ci si aspetterebbe di vedere una persona molto anziana ed invece ci ritroviamo al cospetto di un uomo di mezza età, non proprio un nativo digitale ma uno che per generazione è certamente più prossimo al telefono cellulare che agli inchiostri con i quali si colorano gli stemmi.
Sarà proprio per queste ragioni che su una delle terrazze della splendida città di San Miniato, ridente località della Toscana, in provincia di Pisa, la prima domanda che viene da rivolgere all’autore del testo “Sic nos in sceptra reponis”,è:
D. Perché e come nasce la sua passione per l’araldica?
R. Ero un ragazzino quando mi aggiravo in una delle tante magnifiche sale della sede del Municipio di San Miniato, mi guardavo intorno e vedevo tanti stemmi colorati, chiedevo agli adulti che incontravo delle spiegazioni, circa il significato dei disegni, senza ricevere risposta: solo sorrisi e pacche sulla spalla. Crescendo, allora, ho pensato di trovare altrove le risposte che cercavo.
Di tempo da allora ne è trascorso tanto, ma non inutilmente: lo stemma che oggi si usa a San Miniato è stato oggetto di un mio studio, alcuni anni fa ho scoperto che conteneva alcuni errori, ed ora è stato corretto secondo gli Statuti del 1200.
D. Perché nell’era ipertecnologica appassionarsi a fregi e stemmi anziché di novità 5G?
R. Perché nello stemma si riflette l’identità storica di una collettività, come si fa a guardare avanti senza conoscere il passato? Lei parla di tecnologia, avrà notato che un navigatore satellitare, strumento molto avanzato, conduce alla destinazione prescelta ma chiede sempre di conoscere il punto di partenza. Lo stesso vale per noi: sappiamo di essere diretti verso il futuro, una meta ignota, tuttavia siamo certi, grazie alla storia, di conoscere da dove partiamo, le origini.
D. Quanto è conosciuta l’araldica?
R. Poco, eppure ci imbattiamo nell’araldica tutti i giorni, non ci sono solo gli stemmi nei Palazzi, troviamo stemmi sul logo dei mezzi di trasporto, lo stemma della regione, la carta intestata delle Istituzioni locali, o anche sulle etichette del vino o di altri prodotti. È sbagliato pensare che l’araldica sia riservata alla Nobiltà, le origini risalgono intorno al XII secolo per riconoscimento nelle battaglie. Dai simboli utilizzati si capiva se si incontrava un amico o un nemico da combattere.
D. C’è interesse per la materia, che riscontro ha nella sua attività?
R. Quando se ne parla, usando un linguaggio comprensibile, non tecnico, la gente rimane affascinata e si mostra molto interessata. L’errore grossolano compiuto in passato è stato, a mio avviso, quello di associare ad ogni segno un simbolismo. In realtà era usato un determinato simbolo solo ai fini del riconoscimento, di una famiglia, di una casata o altro. Poi si creavano storie per compiacere il proprio regnante: il leone simboleggia la forza, il pesce è segno di mare, la bandiera …non era vero nulla!
D. È così anche per gli stemmi religiosi?
R. No, per gli stemmi religiosi il discorso è diverso, perché davvero il simbolismo ha un significato. L’araldica religiosa richiama le Sacre Scritture.
D. A parte la cultura e la storia, quale valore ha oggi l’araldica, quale attualità?
R. In pochi sanno che si tratta di una materia tutelata dallo Stato, come nel caso di Comuni, Enti Pubblici, Regioni, Province metropolitane, perché non tutti possono usare l’emblema araldico della Repubblica italiana, soltanto gli Enti periferici possono farlo, mentre gli altri Enti, come nel caso dei Comuni, possono usare uno stemma proprio, che deve essere comunque riconosciuto dall’ Ufficio araldico presso la presidenza del Consiglio con decreto del Presidente della Repubblica italiana. Cosa strana è che anche se la 14esima norma transitoria della Costituzione, divenuta successivamente definitiva, vieta l’uso di stemmi nobiliari l’araldica viene invece tutelata per gli Enti Pubblici. Esiste un Ufficio presso la Presidenza del Consiglio, dove si inoltrano le domande per fare richiesta o chiedere verifica circa la storicità e corretta simbologia usata negli stemmi.
Oggi si sta riscoprendo, in maniera crescente, grazie al lavoro certosino di esperti e di associazioni, il valore storico e culturale dell’araldica. Del resto il nostro Paese è pieno di stemmi che raccontano i secoli, le alleanze , le battaglie, le conquiste e tanto altro ancora, non sarebbe accettabile trascurare un patrimonio così grande, ricco di elementi in grado di arricchire la storia già scritta e la nostra conoscenza.
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