Curiosità sull’arma di Pistoia
Curiosità sull’arma di Pistoia
Lo scaccato è nell’araldica fra le più nobili e antiche figure. Quello di Pistoia è antichissimo e non se ne conosce esattamente l’origine, come affermò anche il Cav. Luigi Passerini nel suo volume Le Armi dei Municipj Toscani del 1861.
Alcuni vorrebbero la sua origine dal pavimento della cappella del Sant’Iacopo, composta da marmi alternati bianchi e rossi, altri invece pensano derivi dalla conchiglia simbolo del santo patrono. Infatti una varietà di questa conchiglia presenta la forma di scacchiera e in questa maniera fu rappresentata negli scudi.
Pistoia quando diventò libero Comune nel 1280, rappresentò in un sigillo un uomo armato, a cavallo, con la scacchiera sulla gualdrappa sullo scudo e nella bandiera impugnata, con la leggenda “que volo tantillo Pistoria caelo sigillo”.
Nel 1360 fu introdotto l’orso a sostenere l’arma, simboleggia la montagna, che all’epoca era soggetta a dominio della Città. L’animale fu vestito di un mantelletto composto di scacchi e gli fu posto tra le zampe un cartello con la scritta:
Domine angeli et sancti che sete a mia guardia me difendete da chi mal fare non tarda.
In seguito lo scudo fu sostenuto da due orsi affrontati, comunemente chiamati “micchi”.
Lo stemma della Città in uso oggi, fu concesso con Regio Decreto del 20 maggio 1943, con la seguente blasonatura: Scaccato d’argento e di rosso di trentasei pezzi. Lo scudo di forma sannitica, sarà cimato della corona di città ed avrà per sostegni due orsi con le teste rivolte all’indietro, coperti di mantelletto scaccato d’argento e di rosso, svolazzante, foderato di verde.
Michele Fiaschi
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