Paolo Pannelli, l’arte della comicità italiana in un francobollo

 


Il 15 luglio 2025, l’Italia ha celebrato con affetto e riconoscenza il centenario della nascita di Paolo Panelli, uno degli attori più versatili e geniali del panorama artistico nazionale. Nato nel 1925 a Roma, Panelli ha attraversato il Novecento con una comicità fuori dagli schemi, una voce inconfondibile e una capacità rara di passare dal teatro classico alla commedia musicale, dalla televisione al cinema, sempre con ironia e intelligenza.

Per onorare la sua memoria, Poste Italiane ha emesso un francobollo speciale, inserito nella serie “Le eccellenze del patrimonio culturale italiano”. Un gesto simbolico ma carico di significato, che restituisce al pubblico l’immagine di un artista capace di far sorridere e riflettere, spesso nello stesso istante. La vignetta scelta per il francobollo è tratta da una scena della fiction Piazza Navona del 1988: Panelli appare in uno dei suoi irresistibili personaggi, con quello sguardo che mescolava stupore, sarcasmo e tenerezza. Accanto all’immagine, la sua firma autografa, il nome, gli anni della sua vita,  1925-1997  e la dicitura “ITALIA”, con la tariffa “B” pari a €1,30.

Il francobollo, stampato in rotocalcografia dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, è un piccolo capolavoro tecnico: realizzato su carta bianca patinata neutra, autoadesiva e arricchita da un imbiancante ottico, ha una grammatura di 90 g/m² e un supporto in carta Kraft monosiliconata da 80 g/m². L’adesivo, acrilico ad acqua, è applicato in forma secca. Il formato è di 30 x 40 mm, con una tracciatura di 37 x 46 mm e una dentellatura ottenuta tramite fustellatura. Ogni foglio contiene 45 esemplari, accompagnati dal logo monocromatico del MIMIT, e la tiratura complessiva è di 200.025 francobolli. Il bozzetto è stato curato dal Centro Filatelico dell’Officina Carte Valori, con un equilibrio perfetto tra rigore tecnico e sensibilità artistica.

Ma ricordare Paolo Panelli significa soprattutto ripercorrere la storia dello spettacolo italiano. Diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma, fu interprete appassionato di Goldoni, Shakespeare, Molière e Čechov. Eppure, il grande pubblico lo ricorda soprattutto per le commedie musicali di Garinei & Giovannini, come Buonanotte Bettina, Un trapezio per Lisistrata, Accendiamo la lampada e la celebre Aggiungi un posto a tavola, dove la sua comicità si fondeva con il ritmo e la musica in modo irresistibile.

In televisione fu protagonista di programmi che hanno fatto epoca: Canzonissima, Studio Uno, Ma che sera, Giochiamo al varieté. I suoi personaggi, come Cecconi Bruno o il tassinaro romano, sono ancora oggi esempi di comicità intelligente e originale. Alla radio, con Gran varietà, inventò Menelao Strarompi, un personaggio surreale e divertente che divenne un tormentone nazionale.

Anche il cinema lo accolse con entusiasmo, affidandogli ruoli da caratterista capaci di lasciare il segno: da Noi duri a Il conte Tacchia, da Splendor a Parenti serpenti. Lavorò con giganti come Totò, Mastroianni, Gassman e Monicelli, ricevendo anche una candidatura ai David di Donatello.

Oltre alla recitazione, Panelli coltivava passioni personali come la fotografia, la lavorazione del legno e i filmini amatoriali. Con Marcello Mastroianni realizzò le “Scenette”, brevi storie dell’assurdo talmente originali da incuriosire persino Federico Fellini. Purtroppo, le pellicole andarono perdute in un incendio a Cinecittà, ma negli anni ’90 Panelli riportò quelle storie sul palcoscenico con lo spettacolo Quarant’anni di scenette, una sintesi perfetta del suo umorismo colto e dissacrante.

Fu inseparabile dalla grande attrice Bice Valori, compagna di vita e di scena. Insieme formarono una coppia artistica irresistibile, capace di incantare il pubblico con naturalezza e complicità. Dopo la scomparsa di Bice nel 1980, Panelli si ritirò gradualmente dalle scene, ma il suo spirito rimase vivo nel cuore di chi lo aveva amato.

Alla sua morte, Gigi Proietti gli dedicò un sonetto che lo descriveva come “stonato, ma cantava lo stesso”, sempre pronto alla battuta, libero e anticonvenzionale. Un ritratto affettuoso e sincero, che racchiude l’essenza di un artista che ha saputo essere voce fuori dal coro, con eleganza, ironia e profondità.

Michele Fiaschi

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