Ricordare per costruire la Pace: il 4 novembre
Il 4 Novembre
non è soltanto una data da commemorare: è un giorno che vibra nel cuore della
nostra identità nazionale, un momento in cui la memoria si fa impegno, e il
ricordo si trasforma in responsabilità. È il giorno in cui l’Italia celebra
l’Unità Nazionale e rende onore alle sue Forze Armate, custodi della libertà,
della democrazia e della pace.
Questa
ricorrenza affonda le radici nel 1918, quando l’Armistizio di Villa Giusti pose
fine alla Prima Guerra Mondiale. Fu il compimento del sogno risorgimentale, l'annessione di Trento e Trieste, il suggello di un’identità finalmente ricongiunta.
Tre anni dopo, il 4 novembre 1921, il Milite Ignoto venne tumulato nel Sacello
dell’Altare della Patria: un gesto solenne, universale, che racchiude il
sacrificio di tutti i caduti, noti e ignoti, che hanno donato la vita per
l’Italia.
Il Milite
Ignoto non rappresenta soltanto il sacrificio estremo di chi ha dato la vita
per la Patria, ma incarna anche un profondo senso di coesione nazionale. La
Prima Guerra Mondiale, pur nella sua drammaticità, ha avuto per l’Italia il
significato di una “quarta guerra d’indipendenza”, completando il processo di
unificazione del Paese. In quel conflitto devastante, comunità che fino a poco
tempo prima erano separate e diffidenti si sono ritrovate fianco a fianco,
accomunate da un destino condiviso e da un rinnovato sentimento di
appartenenza.
Oggi, il Milite Ignoto si affianca ai grandi simboli della nostra identità nazionale: la bandiera tricolore, l’inno di Mameli e la figura del Presidente della Repubblica. Insieme, rappresentano i pilastri dell’Unità Nazionale. Egli è anche un richiamo potente alla pace, in linea con i principi della nostra Costituzione. Nessuno meglio di chi ha vissuto gli orrori della guerra può apprezzare il valore della pace. Se potessimo ascoltare le voci dei 650.000 caduti della Grande Guerra, ci direbbero che la pace è il bene più prezioso, da custodire con impegno e da difendere con determinazione ogni giorno.
Ricordare non è
un esercizio retorico, ma un atto di giustizia. È riconoscere che la libertà di
cui godiamo oggi è stata conquistata con il sacrificio di vite umane. È
comprendere che ogni guerra è una ferita aperta nella carne della civiltà. È
scegliere, con consapevolezza, la via della pace.
La nostra
Costituzione, nata dalle ceneri del secondo conflitto mondiale, ci guida con i suoi valori
fondanti: la dignità della persona, la libertà, la solidarietà, la giustizia, la pace. Il 4
Novembre ci richiama a questi principi, ci invita a custodirli, a difenderli, a
trasmetterli alle nuove generazioni.
Con la Legge 1
marzo 2024, n. 27, la Repubblica ha riaffermato il significato profondo di
questa giornata, dedicandola a tutti coloro che, anche giovanissimi, hanno
sacrificato la vita per un ideale di Patria. È un tributo ai militari di ieri e
di oggi, animati da valori immutati: il servizio, il dovere, la fedeltà alle
istituzioni democratiche.
Oggi, le Forze
Armate italiane operano in contesti complessi, sia sul territorio nazionale che
in missioni internazionali. Il loro servizio è presidio di legalità, di
solidarietà, di umanità. In scenari drammatici, alleviano le sofferenze delle
popolazioni civili, promuovono il diritto umanitario, difendono la pace.
L’Italia, parte
integrante dell’Europa unita, contribuisce con convinzione a questo disegno
nobile e pacifico. L’Europa, nata dalle cicatrici dei due conflitti mondiali,
ha scelto la concordia come fondamento, la cooperazione come metodo, la pace
come destino. In questo cammino comune, la nostra Nazione porta con sé la forza
della sua storia e la solidità delle sue istituzioni.
Dal 2 al 12
novembre, l’invito a portare il “Non ti scordar di me” all’occhiello è un gesto
collettivo di riconoscenza e adesione ai valori fondanti della Repubblica. È un
segno che parla per tutti noi, che ci richiama al dovere di non dimenticare.
Ogni nome inciso su una lapide, ogni volto scomparso in guerra, merita un
pensiero, un gesto, un segno.
Il fiore si
rivolge in particolare alle giovani generazioni, proponendosi come strumento
educativo e simbolico. La memoria non è nostalgia, ma responsabilità civile.
Portare, indossare il “Non ti scordar di me” equivale a dichiarare
pubblicamente la propria adesione a un ideale di pace, di gratitudine, di
identità condivisa.
Il 4 Novembre è
molto più di una celebrazione. È una chiamata all’impegno. È un invito a
costruire, ogni giorno, un’Italia più giusta, più coesa, più consapevole del
proprio ruolo nel mondo. È occasione per rinnovare il patto tra cittadini e
istituzioni, tra memoria e futuro, tra identità nazionale e vocazione
internazionale.
In questa
giornata, il pensiero più riconoscente va a coloro che hanno sacrificato la
vita nell’adempimento del servizio, nelle missioni di pace, nella difesa del
bene collettivo. Il loro esempio ci guida, la loro memoria ci unisce, la loro
eredità ci impegna.
Una Nazione è
davvero viva quando sa ricordare, quando sa onorare, quando sa costruire ponti
di pace nel nome di chi ha donato tutto. E in questo impegno, ogni cittadino
trova la propria voce, il proprio posto, il proprio dovere.
Michele Fiaschi

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